Raggi

by Paolo Monaco sj

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Spleen (LXXVIII)

 

 

 

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Quando il cielo basso e cupo pesa come un coperchio

Sullo spirito che geme in preda a lunghe noia

E abbracciando il cerchio di tutto l' orizzonte

Ci versa una luce nera più triste delle notti

 

Quando la terra si muta in umida spelonca

Dove la Speranza come un pipistrello

Va battendo i muri con la sua timida ala

E picchia la testa su fradici soffitti

 

Quando la pioggia distende immense strisce

Imita le sbarre d’una vasta prigione

E un muto popolo di ragni infami

Nei nostri cervelli tende le sue reti

 

Campane a un tratto scattano con furia

E lanciano verso il cielo un urlo orrendo

Come spiriti erranti e senza patria

Che si mettono a gemere ostinati

 

E lunghi carri funebri senza tamburi né musica

Sfilano lenti dentro la mia anima la Speranza

Vinta piange e l'Angoscia atroce dispotica

Pianta sul mio cranio chino il suo nero vessillo

 

 

 

Testo: liberamente tratto
da C. Baudelaire

 

Musica: Paolo Monaco

 

Napoli 1989

 

 

 

 

 

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