DIRETTORIO AUTOGRAFO COPIATO DA UN FASCICOLO
DI MANO DI NOSTRO PADRE, PRESO DALL’ORIGINALE
PER DARE GLI ESERCIZI
MHSI,
Directoria, Roma 1955, pp. 70-79
Centro
Ignaziano di Spiritualità, Appunti di spiritualità, n. 51, pp. 7-10
I.
1.
Si possono spiegare le note preliminari, e anzi può aiutare più che
l’opposto.
2.
Dando esattamente gli Esercizi, il luogo nel quale si devono fare sia dove
[l’esercitante] possa essere meno veduto, né [possa] conversare con alcuno.
3.
[L’esercitante] non mangi né beva se non quello che chiederà.
4.
È meglio, potendo, che lo confessi un altro, e non colui che gli dà gli
Esercizi.
5.
Colui che glieli dà, lo interroghi sempre sulle consolazioni e le
desolazioni, e su ciò che è passato in lui per questo, durante l’Esercizio o
gli Esercizi che ha fatto dopo l’ultima volta che gli aveva parlato.
6.
Entrando nei tre o quattro tempi dell’elezione, si isoli in modo tutto
particolare, senza voler vedere o sentire cosa che non venga dall’Alto.
7.
Immediatamente prima di questo, [colui che dà gli Esercizi] lo disponga a
stare completamente disponibile ai consigli o ai precetti.
8.
Perché sia più disposto alla maggior gloria di Dio e alla sua maggiore
perfezione, lo disponga a desiderare più i consigli che i precetti, se Dio
fosse maggiormente servito in quello [stato di vita].
9.
Lo disponga e renda consapevole che sono necessari più segni di Dio per i
precetti che per i consigli, poiché Cristo nostro Signore invita ai consigli
e mostra che è difficile possedere averi [per salvarsi]; ciò che è consentito
nei precetti.
10.
Spiegando la prima parte della elezione, quando non si avesse fondamento per
raggiungerla, si deve passare alla seconda.
11.
Nella seconda, che implica la consolazione e la desolazione, [colui che dà
gli Esercizi] deve spiegare molto che cosa è la consolazione, percorrendo
tutte le sue componenti, come sono la pace interiore, gaudio spirituale,
speranza, fede, amore, lacrime ed elevazione della mente, che sono tutti doni
dello Spirito Santo.
12.
La desolazione sta nell’opposto, nello spirito malvagio e nei doni suoi, per
esempio, guerra contro pace, tristezza contro gaudio spirituale, speranza
nelle cose terrene contro la speranza nelle celesti, similmente amore carnale
contro quello spirituale, aridità contro lacrime, divagare della mente in
cose basse opposto alla elevazione della mente.
II.
DIRETTORIO DEGLI ESERCIZI DELLA SECONDA SETTIMANA
DEL
NOSTRO PADRE IGNAZIO
13.
A coloro che durante la prima Settimana non mostrano molto fervore e
desiderio di andare avanti per decidere dello stato di vita, sarà meglio lasciare
di dare quelli della seconda Settimana, per un mese o due almeno.
14.
Coloro che hanno molto desiderio di passare avanti per decidere del loro
stato [di vita], dopo che avranno finito la loro confessione generale, in
questo giorno e in quello nel quale fanno la comunione, si possono lasciar
riposare fino alla mattina seguente, senza dar loro alcun Esercizio in quanto
tale, benché si possa dar loro qualcosa di meno impegnativo, per esempio, sui
comandamenti di Dio.
15.
Colui che dà gli Esercizi, non deve portare con sé il loro testo per leggerli
su quello, ma deve aver studiato bene ciò di cui deve trattare.
16.
È meglio, a chi ha tempo, non portare i punti scritti, ma, spiegata la
materia, dettarli al medesimo [perché li scriva] di sua mano. A chi non
avesse tempo, si possono portare già scritti e lasciarglieli. Sia nell’uno
che nell’altro caso però, colui che dà gli Esercizi deve spiegarli conforme
al loro testo e lasciare soltanto i punti brevemente proposti.
III.
DIRETTORIO PER LE ELEZIONI
17.
Prima di tutto si deve insistere che colui che le deve fare, entri nelle
elezioni con piena disponibilità della sua volontà; e, se è possibile,
raggiunga il terzo grado di umiltà, nel quale da parte sua, se fosse uguale
il servizio di Dio, sta più inclinato a ciò che e maggiormente conforme ai
consigli e all’esempio di Cristo nostro Signore. Chi non sta
nell’indifferenza del secondo grado non è pronto per affrontare le elezioni,
ed è meglio trattenerlo in altri Esercizi fino a che la raggiunga.
18.
Dei tre modi di fare elezione, se Dio non muovesse nel primo, si deve
insistere nel secondo, per conoscere la propria vocazione attraverso
l’esperienza delle consolazioni e delle desolazioni; in modo che, procedendo
nelle sue meditazioni di Cristo nostro Signore, osservi, quando si trova
nella consolazione, da qual parte Dio lo muova, e altrettanto nella
desolazione. E si deve spiegare bene in che cosa consiste la consolazione,
cioè la gioia spirituale, amore, speranza delle cose di lassù, lacrime e ogni
movimento interiore che lascia consolata l’anima nel Signore nostro.
L’opposto di questo è desolazione: tristezza, sfiducia, mancanza di amore,
aridità, ecc.
19.
Quando non si arriva alla soluzione col secondo modo, o [essa] non sembra
buona a chi dà gli Esercizi (al quale tocca aiutare a discernere gli effetti
del buono e del cattivo spirito), si passi al terzo modo del ragionamento
intellettuale con i sei punti.
20.
Per ultimo si prenderà il modo che dopo di questo si propone in quattro
punti, come l’ultimo che possa usarsi.
21.
Potrebbe essere utile presentare a Dio nostro Signore un giorno una
soluzione, il giorno seguente l’altra; cioè, un giorno i consigli e l’altro i
precetti, e osservare dove Dio nostro Signore gli dà maggiore segno della sua
volontà, a somiglianza di colui che presenta diverse pietanze ad un principe
e osserva quale gradisca di esse.
22.
La materia proposta per deliberare è: primo, se consigli o precetti; secondo,
in caso di consigli, se in una religione o fuori di essa; terzo, se in essa,
in quale; quarto, poi, quando [entrarvi] e in che modo. Se precetti, in quale
stato o modo di vivere, e via dicendo.
23.
Nota aggiuntiva. Durante la seconda settimana, quando si tratta
dell’elezione, non c’è motivo di fare deliberare sullo stato di vita coloro
che lo hanno già fatto. A costoro, invece di tale deliberazione, si potrà
proporre che cerchino di eleggere tra queste due cose. La prima, essendo
eguale il servizio di Dio e senza offesa sua né danno per il prossimo,
desiderare ingiurie e obbrobri ed essere umiliato in tutto con Cristo per
rivestirsi della sua livrea e imitarlo in questa parte della sua croce;
oppure la seconda: essere disposto a soffrire pazientemente per amore di
Cristo nostro Signore qualsiasi cosa somigliante che gli accadesse.
NOTE
DATE A VOCE SOPRA GLI ESERCIZI
MHSI,
Directoria, Roma 1955, pp. 79-81
Centro
Ignaziano di Spiritualità, Appunti di spiritualità, n. 51, p. 11
I.
SU GLI ESERCIZI
Seguono
alcune cose che nostro padre maestro Ignazio vuole che rimangano per ricordo
nel libro [degli Esercizi].
1.
Quando uno fa gli Esercizi, gli sia sempre domandato cosa vuole mangiare, e
lo si dia, anche se chiede un pollo o un nonnulla, come ne avrà devozione; in
tal modo che, quando ha finito di mangiare, egli stesso dica a chi sparecchia
o gli porta il cibo, ciò che vuole per la cena; similmente, dopo cena, ciò
che vorrà mangiare il giorno seguente; poiché [Ignazio] giudica essere questa
una delle cose che aiutano maggiormente.
2.
Riguardo alle altre penitenze, gli si spieghi ciò che dicono gli Esercizi, e
nel caso chieda qualche strumento, per esempio disciplina, cilizio, ecc., in
generale chi dà gli Esercizi si mostri favorevole a dare ciò che chiede.
3.
Quanto agli Esercizi della prima settimana il Padre non è d’accordo che si
diano insieme, né egli mai li diede così, ma ad uno ad uno, fino a che si
facciano tutti e cinque. E così si intende degli altri delle restanti
settimane.
4.
Riguardo alle elezioni, è suo parere che la prima cosa da proporre è se
seguirà i consigli o i precetti, spiegando i consigli: “Vendi ciò che
possiedi, dallo ai poveri e seguimi”. La seconda, se si determina per i
consigli, se in una religione o no, perché potrebbe [attuarli] in un
ospedale, ecc. Terzo, se in una religione, in quale, ecc. Deciso questo,
quarto, quando iniziarla ecc., e altre cose particolari.
5
A. quelli che fanno soltanto gli Esercizi della prima settimana si diano alla
fine l’esame particolare e generale e il primo modo di orazione.
ALTRO DIRETTORIO DATO DA SANT’IGNAZIO
MHSI,
Directoria, Roma 1955, pp. 81-87
Centro
Ignaziano di Spiritualità, Appunti di spiritualità, n. 51, pp. 16-18
GESÙ.
COME
SI DEVE COMPORTARE CHI DÀ GLI ESERCIZI QUANDO SI DANNO CON ESATTEZZA
1.
DELL’ORDINE
[1]
Quanto all’ordine, si proponga prima di tutto il Fondamento; 2°, l’esame
contro qualche difetto particolare; 3°, l’esame
generale; 4°, quello quotidiano che contiene cinque punti. Dopo, il
primo giorno verso sera (se è possibile) si proponga il primo
esercizio di cui si cominci a trattare a mezzanotte.
[2]
Nel giorno seguente, al mattino, si proponga il secondo esercizio; nello
stesso giorno, dopo pranzo, il terzo e il quarto insieme; dopo, se può
farsi comodamente, nel medesimo 2 °giorno, dopo cena, si diano a
conoscere le addizioni, di modo che con esse abbia inizio il primo esercizio,
alla mezza notte seguente in cui comincia il terzo giorno; il
secondo all’aurora; il terzo prima di mangiare; il quarto, dopo pranzo; dopo
i vespri, nello stesso terzo giorno, se è possibile, si darà il quinto
esercizio.
[3]
Nel giorno seguente, che è il quarto, iniziando a mezzanotte, farà i
cinque esercizi con le addizioni (e notificando con maggior diligenza le
addizioni, se colui che si esercita non sembra progredire molto), e cioè, il
primo a mezzanotte; il secondo all’aurora; il terzo dopo la Messa; il quarto,
verso sera; prima di cena il quinto, se colui che si esercita fosse capace
di tale fatica.
[4]
Dopo, la prima volta che andrà a trovarlo, proponga l’esame sopra
tutti gli Esercizi, e incominci a far conoscere le regole del
discernimento degli spiriti relative alla prima settimana; e infine, si
esponga sempre qualcosa di nuovo.
2.
DEL MODO
[5]
Quanto al modo di proporre i punti, si propongano succintamente e non
diffusamente.
[6]
Recandosi a visitare l’esercitante, occorre esigere il rendiconto dei punti;
e bisogna interrogare specialmente sulle cose che vengono richieste nel tale
esercizio, come la contrizione, quando si tratta dei peccati, ecc.
[7]
Se risponde bene, non conviene rimanere a lungo con colui che si esercita, né
richiedere molte altre cose. Se non trova pienamente ciò che si cerca, deve
essere diligentemente interrogato sulle agitazioni e addizioni.
[8]
Si potrà avvertire colui che si esercita di scrivere i suoi pensieri e
mozioni.
3.
DEL NUMERO DEGLI ESERCIZI
[9]
Quanto al numero degli Esercizi che devono essere proposti,
come è utile aggiungere ai cinque già detti alcuni altri, quali della
morte, del giudizio e altri somiglianti, se fosse necessario per
conseguire ciò che si cerca, cioè, dolore, ecc., così non ne sono necessari
altri, se con i detti cinque si ottiene ciò che si cerca.
4.
DELLA CONFESSIONE GENERALE
[10]
Quanto alla confessione generale, per prima cosa l’esercitante non deve
essere preparato ad essa fino a ché non abbia compiuti i predetti Esercizi. E
quanto si dice nel primo punto del secondo esercizio, che per considerare la
moltitudine dei peccati si scorra per luoghi, tempi, ecc., si deve fare con
esame generale più che col particolare; perché per il dolore non aiuta tanto
il fare esatta disquisizione di sottigliezze, quanto il porsi davanti agli
occhi le cose gravi.
[11]
Mentre si dedica a preparare la confessione generale, non dovrà essere
occupato in altri Esercizi che non si confacciano con essa.
5.
DI ALCUNE ANNOTAZIONI
[12]
È da avvertire che se qualcuno non obbedisce a colui che dà gli Esercizi e
vuole procedere a giudizio proprio, non conviene continuare a dargli gli
Esercizi.
[13]
Se alcuni non sembrano avere disposizione d’animo tale che si possa sperare
da essi molto frutto, basterà dare gli Esercizi della prima settimana, e
lasciarli con questa sete, fino a ché daranno maggiori garanzie per sperare
un più ricco risultato.
[14]
A questi tali si potrebbero proporre alcuni modi di pregare, soprattutto il
primo circa i dieci comandamenti e i peccati mortali [= i vizi capitali],
ecc. E li si potrà congedare con la consuetudine di fare i due esami
sopraddetti.
[15]
Poiché il regime del vitto influisce molto a elevare o deprimere l’animo, per
rendere la sobrietà o l’astinenza volontarie e proporzionate alla natura di
ciascuno, colui che dà gli Esercizi avvisi colui che li fa, che, dopo aver
pranzato, chieda ciò che vuole gli si prepari per la cena e, dopo aver
cenato, ciò che riguarda il pranzo del giorno seguente; e dica a colui che
serve che, ritirando la tovaglia e i piatti dopo il pasto, chieda ciò che
egli vuole per la cena seguente, e, dopo la cena, per il pranzo del giorno
dopo, e quanto chiederà gli venga portato integralmente, sia che chieda un
pasto ordinario, sia che ne chieda uno migliore del comune, oppure
soltanto pane e acqua o vino. Tuttavia procuri colui che dà gli Esercizi, di
conoscere come si comporta nel regime del vitto colui che li fa, in modo da
evitare eccessi nell’una e nell’altra parte.
[16]
Giova anche non poco, sia per interrompere gli Esercizi mentali, che non
possono adeguatamente proseguirsi a lungo, sia per progredire nell’’umiltà, a
cui aiuta l’umiliazione, che ciascuno, anche colui abituato a vivere
delicatamente e ad avere molti servitori, spazzi la sua camera e, se
necessario, la lavi, rifaccia il letto, e infine si occupi di tutte quelle
funzioni che sogliono essere compiute dai servi.
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