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by Paolo Monaco sj

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Esercizi spirituali nella vita quotidiana

 

 

 

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Il modo di procedere

 

Qualche nota
sul “programma”

 

Impressioni

 

 

 

 

 

Il modo di procedere

 

A Reggio Calabria, nel settembre 2002 ho lanciato la proposta degli Esercizi spirituali nella vita quotidiana (cf. ES n. 19).

 

Al primo appuntamento ci siamo ritrovati, me compreso, in 7. Qualche settimana dopo si sono aggiunte altre 3 persone che però ho incontrato in un altro giorno. Dopo Pasqua altre 2 persone mi hanno chiesto di essere accompagnate per un periodo più breve in questa esperienza.

 

In totale quindi ho seguito 11 persone, tutte donne, di varia età e vocazioni, impegnate in vari modi nella Chiesa (parrocchia, associazioni ecclesiali, ecc.).

 

Ho proposto un incontro di gruppo ogni 15 giorni per circa 2 ore. Nella prima parte, dopo un breve tempo di preghiera, abbiamo messo in comune il frutto della preghiera personale. Nella seconda, ho dato gli spunti di preghiera per i successivi 15 giorni.

 

Per la preghiera personale ho suggerito all’inizio 30 minuti come tempo minimo. Poi qualcuno è arrivato progressivamente fino all’ora intera.

 

Il colloquio personale si è svolto nei 15 giorni successivi all’incontro di gruppo.

 

 

 

Qualche nota sul «programma»

 

1. Nel dare gli spunti di preghiera sono sempre partito dal testo degli Esercizi. Accompagnandolo con un breve commento, lo davo agli esercitanti, , affinché lo usassero per la preghiera personale o potessero rileggerlo di tanto in tanto.

 

2. Per ogni incontro ho preparo un foglietto (formato tascabile A4 fronte-retro) nel quale ho inserito: il testo dell’esercizio con una breve presentazione, una serie di testi biblici (4-5, ecc.), qualche brano di aiuto per la preghiera.

 

3. Siamo partiti con il Titolo e il Praesupponendum, per sapere cosa sono gli Esercizi spirituali e soprattutto per aver chiaro che essi si possono fare (dare e ricevere) solo se «prima di tutto», prima quindi del pregare, del parlare e dell’ascoltare, noi viviamo, cioè siamo, la carità reciproca.

 

4. Poi abbiamo proseguito con i Tre modi di pregare, per fare una «revisione» personale il più possibile completa e aggiornata, cioè per prendere consapevolezza del «chi sono ora» (dove vado e perché) un po’ a tutti i livelli (religioso, morale, interiorità, sensibilità, relazioni affettive, ecc.).

 

5. Tra Avvento e Natale abbiamo meditato il Principio e fondamento e di seguito ci siamo fermati con gusto negli Esami (particolare e generale).

 

6. Quindi siamo entrati nella Prima settimana che ci ha accompagnato in Quaresima e preparandoci alla Pasqua.

 

7. Per rispondere alla domanda «cosa devo fare per Cristo» ci siamo fatti accompagnare da Maria, trasparenza di Dio, perché ci insegnasse a “contemplare Cristo con i suoi occhi”.

 

8. Abbiamo concluso questa prima tappa in giugno con la celebrazione della messa.

 

 

 

Impressioni

 

Iniziare gli esercizi spirituali è stato per me riscoprire la mia cristianità nella sua essenza, guardarmi con gli occhi di Dio, scoprire come tutto di me gli appartenga, il mio corpo come la mia anima e come il mio essere soffre quando non è in questa pienezza. Attraverso questa preghiera sento la voce di Dio che mi suggerisce e mi aiuta a togliere tutti i macigni che pesano sulla mia anima e che ostacolano la mia ascesa verso di Lui. È come passeggiare dentro l’anima in compagnia di Gesù e ogni volta che ci fermiamo a guardare il paesaggio che ci si presenta, è un piccolo passo in più verso di Lui, è un sentire una piccola goccia del suo immenso amore.

 

Uno spazio ed un tempo voluti per riconoscere meglio dove sono e che movimenti ha la mia vita ora. Una possibilità di rinnovata ed ulteriore conoscenza nella relazione con me, con l’altro, con Dio.

 

Un lento e graduale movimento, che coinvolge la mia persona, legato all’allenamento anche nelle difficoltà (corpo, volontà, comunicazione all’altro). È possibilità di crescita, insieme all’altro, attraverso la comunicazione e, per grazia, in Dio.

 

Raccogliersi interiormente nel profondo del proprio cuore per incontrare nella verità e con grande fiducia di figlia, Dio Padre. Mettersi con cuore libero di fronte alla maestà di Dio che è la via, la verità, la vita e alla sua luce considerare attentamente, mettendone a nudo le radici, facendo venire alla luce ogni impurità, ogni schiavitù, ogni azione per affidarla al Salvatore delle nostre anime, Gesù, ed essere da lui purificata, e permettere così che il mio essere profondo, il cuore che si identifica con la volontà, purificato dal Cuore purificante di Gesù, si conformi realmente alla volontà del Padre che mi chiama per essere generata a sua immagine e somiglianza.

 

Quando sono venuta a vedere di cosa si trattava, da un lato ero attirata da questo tipo di esperienza, dall’altro mi chiedevo perché  farla, perché mettermi in gioco. Oggi, a distanza di qualche mese da quei primi incontri sono grata al Signore per quanto mi ha donato e perché ancora una volta mi ha manifestato il suo amore. sono tanti i motivi di questa gratitudine, provo a spiegarli, forse in maniera un po’ disordinata. Attraverso questa esperienza ho cominciato a fare più attenzione alla mia vita spirituale, a conoscermi meglio e a cercare di cambiare prospettiva, a riconoscermi, cioè, creatura di Dio, a guardarmi con i Suoi occhi. È un tipo di esperienza che chiede di scendere a fondo, al perché delle cose. Ho riscoperto ancora una volta la preghiera: fermarmi ogni giorno per un certo tempo in preghiera, dialogare con il Signore e al tempo stesso mettermi in ascolto. Tante volte ho cercato questo dialogo, ma presa dalle «cose”» di tutti i giorni spesso ho perso di vista l’obiettivo. Probabilmente il dover condividere il frutto della preghiera mi ha portato ad essere un po’ costante e a non mollare.

 

Questa esperienza ha modificato il mio rapporto con Dio: ho riscoperto la preghiera come luogo privilegiato di dialogo con Dio su tutto quello che mi accade, in una parola sulla mia vita. Prima credevo che su alcuni aspetti non potessi dialogare con Lui, o comunque non potessero entrare nella preghiera; ho invece sperimentato che è proprio in quegli aspetti che Lui può far luce, intervenire, consolare, guarire... Come conseguenza è emerso il bisogno di affidarmi a Lui (forse anche prima c'era, ma solo a parole): mettermi nelle sue mani, riconoscendo che Lui è l'onnipotente, Lui può tutto ed io posso solo (!) compiere la sua volontà senza cercare di cambiarla a mio piacimento, invocare il suo aiuto per accettare questa volontà non con rassegnazione, ma con la certezza che Lui opera e opera per il mio bene. In tutto ciò ho sperimentato come Dio agisce nel presente, nella mia vita. Credo che a differenza di altre esperienze questi esercizi spirituali "allenino" proprio nel continuo rivolgersi al Padre nel quotidiano, nelle cose più banali e ordinarie e in quelle più importanti o difficili.

 

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