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by Paolo Monaco sj

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Esperienze

Il regno di Dio è in mezzo a voi (Lc 17,21)

Vita e spiritualità di comunione nel Vangelo di Luca, V

 

 

 

Introduzione

 

Primo

 

Secondo

 

Terzo

 

Quarto

 

Quinto
incontro
Venerdì 26

 

 

Parrocchia
Madonna
Assunta

Vittoria (RG)
22-26.03.04

 

 

 

 

Altre pagine

 

Chi ama Dio,
ami anche
il fratello!

 

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Ora siete luce
nel Signore!

 

In compagnia
di Maria

 

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In mezzo a loro

 

Il Silenzio
e la Parola.
La Luce

 

Contemplare
Cristo con gli
occhi di Maria

 

Trovare Dio
nel presente
della vita

 

Tutti uno in
Cristo Gesù

 

 

UNITÀ

 

Vangelo di Luca 1

 

Novo millennio ineunte
di Giovanni Paolo II
2

 

Esercizi spirituali
di s. Ignazio di Loyola:

Esame generale
2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vangelo di Luca

 

24,13-53 … Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».

 

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

 

 

 

«Novo millennio ineunte» di Giovanni Paolo II

 

30. La riscoperta della Chiesa come «mistero», ossia come popolo «adunato dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito», non poteva non comportare anche la riscoperta della sua «santità», intesa nel senso fondamentale dell'appartenenza a Colui che è per antonomasia il Santo, il «tre volte Santo» (cfr Is 6,3). Professare la Chiesa come santa significa additare il suo volto di Sposa di Cristo, per la quale egli si è donato, proprio al fine di santificarla (cfr Ef 5,25-26). Questo dono di santità, per così dire, oggettiva, è offerto a ciascun battezzato.

 

36. L'Eucaristia domenicale, raccogliendo settimanalmente i cristiani come famiglia di Dio intorno alla mensa della Parola e del Pane di vita, è anche l'antidoto più naturale alla dispersione. Essa è il luogo privilegiato dove la comunione è costantemente annunciata e coltivata. Proprio attraverso la partecipazione eucaristica, il giorno del Signore diventa anche il giorno della Chiesa, che può svolgere così in modo efficace il suo ruolo di sacramento di unità.

 

48. …facendoci fissare lo sguardo su Cristo, il Grande Giubileo ci ha fatto prendere più viva coscienza della Chiesa come mistero di unità. «Credo la Chiesa una»: ciò che esprimiamo nella professione di fede, ha il suo fondamento ultimo in Cristo, nel quale la Chiesa non è divisa (cfr 1 Cor 1,11-13). In quanto suo Corpo, nell'unità prodotta dal dono dello Spirito, essa è indivisibile. La realtà della divisione si genera sul terreno della storia, nei rapporti tra i figli della Chiesa, quale conseguenza dell'umana fragilità nell'accogliere il dono che continuamente fluisce dal Cristo-Capo nel Corpo mistico. La preghiera di Gesù nel Cenacolo - «come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola» (Gv 17,21) - è insieme rivelazione e invocazione. Essa ci rivela l'unità di Cristo col Padre quale luogo sorgivo dell'unità della Chiesa e dono perenne che in lui questa, misteriosamente, riceverà fino alla fine dei tempi… La preghiera di Cristo ci ricorda che questo dono ha bisogno di essere accolto e sviluppato in maniera sempre più profonda. L'invocazione «ut unum sint» è, insieme, imperativo che ci obbliga, forza che ci sostiene, salutare rimprovero per le nostre pigrizie e ristrettezze di cuore. È sulla preghiera di Gesù, non sulle nostre capacità, che poggia la fiducia di poter raggiungere anche nella storia, la comunione piena e visibile di tutti i cristiani.

 

 

 

Esercizi spirituali di s. Ignazio di Loyola: Esame generale

Per custodire il dono dell’unità e della santità

 

Presuppongo tre pensieri in me: uno mio, frutto della mia libertà e volontà; e altri due che vengono da fuori: uno dal buono spirito e l’altro dal cattivo.

 

DEL PENSIERO

 

1. Ci sono due modi di meritare nel cattivo pensiero che viene da fuori.

Primo: viene un pensiero di commettere un peccato mortale e io resisto prontamente e resta vinto.

Secondo: quando mi viene quello stesso cattivo pensiero, e io gli resisto, e mi ritorna di nuovo un’altra e un’altra volta, e io sempre resisto, finché il pensiero è vinto; e questo secondo modo è più meritorio del primo.

 

2. Venialmente pecco quando lo stesso pensiero di peccare mortalmente viene, e io gli ascolto, facendo qualche pausa o ricevendo qualche compiacimento dei sensi, o dove ci sia qualche negligenza nel rigettarlo.

 

3. Ci sono due modi di peccare mortalmente.

Primo: quando consenso al cattivo pensiero, per operare dopo, così come ha acconsentito, o per mettere in atto se potesse.

Secondo: quando pongo in atto quel peccato.

 

DELLA PAROLA

 

1. Non giurare, né sul Creatore né sulle creature, se non fosse con verità, necessità e riverenza.

 

2. Non dire parola oziosa; la quale intendo, quando non aiuta né me né l’altro, né a questa intenzione si ordina. Di modo che nel parlare di tutto ciò che è di aiuto, o ha intenzione di aiutare l’anima propria o altrui, al corpo o ai beni temporali, mai è ozioso.

 

3. Non dire cosa per infamare o mormorare; perché se rivelo un peccato mortale che non sia pubblico, pecco mortalmente; se veniale, venialmente; e se è un difetto, mostro il mio difetto.

 

4. Ed essendo la intenzione retta, in due modi posso parlare del peccato o della mancanza di un altro.

Primo: quando il peccato è pubblico.

Secondo: quando il peccato occulto si rivela a qualche persona affinché aiuti colui che sta nel peccato a risollevarlo, avendo fondati motivi e buone ragioni che lo potrà aiutare.

 

DELL’AZIONE

 

Prendendo come riferimento i dieci comandamenti e i precetti della Chiesa e le disposizioni dei superiori, tutto quello che si pone in atto contro qualcuna di queste tre parti è peccato più o meno grave, secondo la maggiore o minore importanza.

 

Inizio