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Tu nel fratello! Mese
ignaziano |
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Note di
metodo
Dal 16 febbraio al 16 marzo si è svolto il mese di esercizi spirituali nella casa delle Missionarie del Sacro Costato di Roma (Borgata Ottavia). Hanno partecipato quattordici religiose (novizie e juniores) della stessa congregazione, un seminarista calabrese e per due settimane alcune religiose e laici.
Per vivere il mese
ignaziano alla luce della spiritualità di comunione, alla fine di ogni
settimana e prima della pausa è stato proposto un incontro di comunione d’anima in piccoli gruppi. Ciascuno era invitato a donare agli altri il
frutto della preghiera personale, secondo quanto suggerito nell’Esame generale (40),
sul «parlare che aiuta l’anima propria o altrui». Impressioni
Se potessi vedere dentro di me come questo immenso desiderio di amare si rinnova con più entusiasmo e forza! È come una grande energia che attraversa tutta la mia persona dalla testa ai piedi… È la vita che desidero vivere d’ora in poi. Gesù, l’Amore infinito, con le lacrime negli occhi mi chiede di entrare nel vortice dell’amore: «Ama, ama», affinché il suo comandamento si compia, il suo unico e grande desiderio «che tutti siamo uno in Lui». Questo è ciò che il Padre, il mio caro Padre, desidera: che siamo una famiglia, una bella famiglia nella quale regna solo la carità, la tenerezza, la bontà, il perdono, la uguaglianza, eliminando in questo modo tutto ciò che ci separa da Lui e dagli altri come la divisione. E se lo desidera Lui anch’io lo desidero profondamente… Ho sperimentato l’Amore! Per questo mi unisco a questo vortice di Amore, affinché tanti altri fratelli, come me figli dello stesso Papà, possano riconoscerlo, possano incontrarlo e possano così condividere l’amore. Se l’Amare è morire (a me stessa), sono pronta, non ho paura, perché so che la sua grazia mi sarà sempre vicina, come lo è stata sino ad ora. Egli desidera che io gli offra tutto ciò che Lui stesso mi ha dato. Lo faccio con gioia e con le lacrime che esprimono il mio immenso desidero di darmi completamente: «Prendi Signore e ricevi…».
Grandi cose ha fatto il Signore in me. Per la prima volta ho sentito in modo forte la mia miseria e debolezza, sono cadute l’immagine di me e le mie sicurezze. Ho sperimentato però che nella debolezza si manifesta la potenza di Dio. La guarigione interiore è stata un frutto della preghiera e del colloquio, nel quale ho sperimentato l’amore fraterno di Dio Padre. Per la prima volta nella mia vita ho messo la mia storia nelle mani di Dio e in quelle di un fratello. Ti ringrazio, perché mi hai ascoltato con tanta attenzione. Ora mi sento più aperta e pronta per dare agli altri il meglio di me. |