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Radicati e
fondati nella carità Conferenza di Pedro
Arrupe sj (1981) |
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(Il nostro modo d’agire) - 1979 |
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INTRODUZIONE
1. È la terza volta che intervengo al Centro Ignaziano di Spiritualità per chiudere il vostro Corso annuale. Nel 1979 parlai del «Nuestro modo de proceder» (Il nostro modo di agire), l’anno scorso dell’«Ispirazione trinitaria del carisma ignaziano». Con ciò ho cercato di contribuire allo studio delle fonti ispiratrici del nostro carisma: questo è il cammino che il Concilio Vaticano II indica agli istituti religiosi per ottenere l’«accomodata renovatio»[1]. «Il nostro modo di agire» partiva dal carisma ignaziano discendendo, a diversi livelli di applicazione, alle mutate condizioni dei tempi[2]. L’«Ispirazione trinitaria», al contrario, ugualmente partendo dal carisma di Ignazio, risaliva fino al grado più alto: la sua intimità con la Trinità. Oggi mi riprometto di approfondire il cuore di questa suprema esperienza ignaziana: la realtà che Dio è carità[3]. Perché, a mio parere, essa è l’ultima e irriducibile sintesi di quanto Ignazio ha appreso nella sua privilegiata intimità trinitaria alla quale è stato invitato: «L’unità divina tra Padre e Figlio, come unità di amore, culmina con la relazione di entrambi con l’unico Spirito»[4]. Essa è, di conseguenza, l’ultima radice, l’ultimo fondamento del carisma ignaziano, l’anima della Compagnia. 2. Per quanto è possibile trattare di questa materia con parole umane, possiamo dire che l’amore più puro, la carità in se stessa, sono, da un lato, il costitutivo formale dell’essenza divina, e, dall’altro, la spiegazione e la causa delle attività «ad extra»: la creazione dell’uomo, signore dell’universo, e il ritorno di ogni cosa a Dio nella storia della salvezza e della santificazione. Questo doppio aspetto formale dell’amore provoca in Ignazio l’eco di una duplice risposta: un supremo amore teocentrico, che non si oppone a una marcata presenza di Cristo, anche in quanto uomo; e un illimitato amore di carità verso gli altri uomini - nei quali, secondo lui (Ignazio), è evidente l’amore di Dio - che devono essere ricondotti a Lui (Dio). Pertanto se vogliamo che questa «accomodata renovatio» si operi in noi con la profondità ignaziana degli Esercizi, che parte dal più profondo del cuore dell’uomo, dovremo lasciarci invadere dalla carità che è il punto culminante del carisma ignaziano. Creati a immagine e somiglianza di Dio, che è carità, noi assomiglieremo di più a Lui. Questa carità sarà la «dynamis» della nostra apostolicità e ci renderà capaci di collaborare alla soluzione dei tremendi problemi propri di questo mondo, scosso dalle doglie del passaggio a un’epoca nuova. 3. Ogni rinnovamento che non giunga fino a questo punto, che lasci intatto e non purifichi il cuore dell’uomo, sarà incompleto e condannato al fallimento. Invece, se la nostra volontà si purifica e si trasforma, ci troveremo perfettamente orientati: il rinnovamento non produrrà traumi, ci porremo su un piano superiore nel quale dicotomie e tensioni spariscono - per esempio quella tra fede e giustizia - poiché tutte e due sono informate dalla carità e saremo mossi dalla misericordia, che è il culmine della giustizia. Con questo spirito, radicati e fondati nella carità, la Compagnia continuerà a essere una forza d’urto nello scontro tra iniquità e amore, «anomía» contro «agape», secondo i termini di s. Matteo, nella sua visione apocalittica, che tanto si possono applicare alla nostra epoca[5]. INDICE
INTRODUZIONE I. L’AMORE E LA CARITÀ NELLA COMPAGNIA DI GESÙ I. Gli Esercizi II. Le Costituzioni III. Le caratteristiche della carità ignaziana 1. Carità dinamica 2. Carità ordinata 3. Carità discreta 4. Carità onnipresente 5. Carità, fonte di unione 6. Carità, fonte di conservazione e sviluppo della Compagnia 7. Carità apostolica 8. Carità, fine della Compagnia 9. Carità operosa nel servizio 10. Carità opera nel servizio di Ignazio 11. L’esperienza ignaziana della carità II. LA RADICE E IL FONDAMENTO I. Un solo oggetto della carità II. Carità e fede III. Carità e giustizia IV. La carità, una giustizia superiore V. Dimensione sociale della carità VI. «Agape» opposta ad «anomía» IL CUORE DI GESÙ, SINTESI E SIMBOLO DELL’AMORE |
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