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15 agosto 1534 - Il voto di Montmartre 1538 - Servire Cristo per l’unità di tutti 1540 - I misteri della vita di Cristo e di Maria 19 novembre 1541 - Pregare per l’unità dei cristiani 1541 - Pregare con il corpo, tempio dello Spirito Essere servo obbediente
come Maria Essere figlio, servo e
discepolo come Maria 7 agosto 1542 - Gesù Abbandonato Gesù Abbandonato e
Maria desolata La “via Christi”, le
tappe della vita di Gesù La “via Mariae”,
rivivere le tappe della vita di Maria Gesù Abbandonato e
Maria desolata 30 giugno 1543 - Pregare con i sensi |
Giugno 1542L’incontro con Ignazio8. Quell’anno (1528) venne Ignazio ad alloggiare nello stesso Collegio di Santa Barbara e nella medesima nostra stanza, poiché voleva seguire il corso di arti, a incominciare dal seguente San Remigio. Ed era lo stesso maestro di cui ho detto sopra a prendesi carico di lui. Benedetta in eterno la provvidenza divina, che ordinò le cose in tal modo per mio bene e salvezza. Avendo infatti disposto Dio che fossi io ad insegnare a quel sant’uomo, mi riuscì prima di entrare nelle sue confidenze su questioni esteriori e poi su quelle interiori. Vivevamo sempre insieme, ripartendo la camera, la mensa, la borsa; e poi egli mi era insegnante di vita spirituale, dandomi possibilità di ascendere alla conoscenza della volontà divina e della mia propria. Così fu che divenimmo una cosa sola nei desideri, nella volontà e nel fermo proposito di scegliere la vita che ora teniamo tutti noi, i quali facciamo o faremo parte di questa Compagnia, di cui io non sono degno. 10. (…) Così in tale familiarità passammo insieme quasi quattr’anni, e mantenevamo lo stesso atteggiamento d’animo pure con gli altri. 11. … Mi vennero pure molte altre tentazioni e turbamento al vedere i difetti altrui, e così ebbi anche dei sospetti e dei giudizi. Ma in tutto ciò non mi mancò neppure la grazia del consolatore e del maestro, che mi disponeva nei primi gradi della carità del prossimo. 15
agosto 1534
Il voto di Montmartre
1538
Servire Cristo per l’unità di tutti: la conferma del Papa18. (…) Fu pure beneficio memorabile e quasi fondamento di
tutta 1540
I misteri della vita di Cristo e di Maria20 (…) Anima mia, ricordati di una certa devozione
memorabile, che ti fu data dal Signore in quello stesso giorno e che dovrebbe
continuare fino alla morte. Si tratta infatti della vita di Cristo e della
Madonna, che io comunicai a ricordare da quel giorno, durante le ore
canoniche. Consiste nell’evocare in modo speciale, e con attenzione, ciascuno
dei giorni di Cristo, cominciando dall’Incarnazione fino all’Ascensione; e
facendo lo stesso anche per 1541
I tre modi di pregare22. (…) Ricevetti anche direttamente altri stimoli benèfici dallo Spirito Santo, per la mia crescita spirituale. riguardavano nuovi modi di pregare e di contemplare buoni per l’avvenire, e consistevano nel rafforzarmi (attraverso più chiare cognizioni e sentimenti) nei metodi a cui sono già abituato. Così ad esempio, per quel che spetta litanie, misteri di Cristo e dottrina cristiana (una specie di catechismo), mi fu dato di chieder grazie diverse, a seconda naturalmente di ciascuna di quelle categorie, e chieder perdono e ringraziare il Signore, sempre ritenendomi dentro a qualcuno dei tre metodi. Facevo pure le stesse preghiere, utilizzando però successivamente le tre potenze, i cinque sensi, le principali parti del corpo, o anche i vantaggi materiali, che avevo avuti. 19
novembre 1541
Pregare per l’unità dei cristiani e la fraternità universale25. Il giorno di Santa Elisabetta, regina d’Ungheria, ebbi una grande devozione, quando si affacciarono alla mia mente otto persone insieme con il desiderio di ricordarli e pregare per loro senza tener conto dei loro difetti. Erano il Sommo Pontefice (Paolo III), l’Imperatore (Carlo V), il re di Francia (Francesco I), il re d’Inghilterra (Enrico VIII), Lutero, il Turco (Solimano II), Buccero e Filippo Melantone. In quell’occasione, dentro di me percepii da una parte che su di loro gravava il giudizio di molti, e dall’altra che in me nasceva una santa compassione proveniente da buono spirito. Autunno
1541
Pregare con il corpo, tempio dello Spirito30. (…) Ricevesti pure dal Signore un gran desiderio e insieme la speranza di essere dimora dello Spirito Santo. Di più, speravi che gli spiriti maligni non si sarebbero insediati negli spiriti vitali o animali del tuo corpo. Per ottenere tale grazia, avevo l’abitudine di riandare con la mente in vari modi attraverso le facoltà sensibili, le principali membra del corpo ecc. e di pregare Dio che volesse purificarmi in maniera completa. Intorno alle virtù di temperanza, castità e coraggio nel lavoro, ricevetti in grande abbondanza doni di conoscenza e di sentimento, quando il Signore mi dava di pregare assai per ottenerle, assieme con sentimento di fede e di speranza. Che egli sia benedetto per tutti i secoli. Amen. Gennaio
1542
La speranza dell’unità15
gennaio 1542
Il corpo tempio dello Spirito35. Anima mia, fa’ attenzione e richiama alla mente che il Signore, nel tempo passato, ti aveva dato molta cognizione a riguardo delle tentazioni e delle molestie dei demoni. Per questo facesti talvolta orazioni e meditazioni attraverso i santi e i misteri di Cristo e la dottrina cristiana o sulle membra del tuo corpo ecc. e chiedendo grazie contro i nemici, specie contro lo spirito di fornicazione, perché la sua forza non fosse più nei tuoi reni, ma venisse cacciata da ogni parte dove fosse lo spirito vitale o animale del tuo corpo. Questa purificazione la chiedesti anche per la tua intelligenza, la memoria e la volontà, nonché per i luoghi dove ti avessi a trovare. Questo lo domandasti con molta devozione di spirito e con molta speranza che ciò ci avverasse prima della tua morte. Lo Spirito Santo ti suggeriva di appellarti insistentemente alla sua divina bontà e purezza, perché volesse abitare nel tuo corpo come nel suo tempio, e così nel tuo spirito: e anche perché gli angeli potessero trovare posto negli spiriti del tuo corpo, dopo aver espulso i nemici. E trovasti molta speranza di raggiungere tale purità, stabilendo poi per parte tua (come del resto avevi già fatto da molto tempo) di osservare stretta temperanza nel mangiare, nel bere e in tutta l’attività esteriore, accompagnata pure da modestia. Capivi infatti che è molto necessario che i cattivi spiriti non abbiano una grande presa per stimolare o la tua sensualità o il tuo spirito. E questo avviene se non trovano il cuore appesantito né dal cibo né dal bere. Anima mia, benedici dunque il Signore che ti ha concesso un desiderio così grande, una volontà assai efficace di purezza corporea e di mondezza spirituale e che per tanto tempo ti ha dato di sentire gli stimoli necessari per osservare la castità del corpo e dello spirito e di avere speranza di ottenerla. Vivere il momento presenteEssere servo obbediente come Maria39. Nel giorno della Visitazione della Madonna, nel propormi l’umiltà che dobbiamo ai superiori nostri e che conviene avere verso tutte le creature per amore di Maria, provai un certo sentimento buono sull’umiltà di lei, che andò a servire la sua parente santa Elisabetta, umiliandosi, mentre quella era la madre del precursore di Cristo nostro Signore. A questo punto ebbi nel mio spirito un gran desiderio che tutti quelli che in un modo o nell’altro vivono nell’obbedienza, si esercitino fino ad ottenere una perfetta umiltà, pazienza e carità, nel sopportare e onorare i propri superiori, buoni e cattivi, mirando solo a ciò che è bene e non a ciò che è male, e attaccando il loro affetto solo così. Di per sé, quanto il superiore meno appare buono nel suo ufficio tanto più l’inferiore potrebbe perfezionarsi nella sua condizione, che consiste nell’essere servo obbediente, attendo e fedele per timore e amore di nostro Signore. Essere figlio, servo e discepolo come Maria40. Un certo giorno dentro l’ottava della Visitazione
della Vergine Maria, ebbi la sensazione dello sgorgare dal più profondo di me
di alcuni desideri, tra i quali la domanda a Dio Padre di essere per me
(anche se indegno) un padre in modo speciale e di rendermi suo figlio
obbediente e riconoscente. Al Figlio di Dio, nostro Signore, domandavo che si
degnasse si essermi signore e che per sua grazia io lo servissi in futuro con
ogni timore. Allo Spirito Santo chiedevo che mi fosse maestro per istruirmi e
che io gli fossi discepolo. Ad impetrare questi doni, con gran devozione
imploravo l’aiuto e l’intercessione della figlia eletta di Dio Padre, della
serva e Madre di Gesù Cristo, e della discepola dello Spirito Santo, che fu 41. un giorno fra l’ottava della Visitazione della Beata Maria, ho sentito dei gran desideri di certe grazie, che già prima avevo chiesto in qualche modo nel tempo della Pentecoste precedente (…) Un altro desiderio mi portava a chiedere alla Vergine Madre, Madonna e Avvocata, che si degnasse insegnarmi come essere figlio del Padre, servitore di Gesù Cristo e discepolo dello Spirito Santo, poiché ella stessa è figlia di Dio Altissimo, serva e anche madre di Gesù Cristo, e vera discepola dello Spirito Santo che l’ha santificata, istruita e diretta sempre e in tutto. 7 agosto 1542Gesù Abbandonato72. La vigilia di san Lorenzo, era il giorno di san Romano martire, prima della messa mi venne il desiderio di chiedere grazie contro tutte le mie distrazioni e di cercare presso il Signore la forza di governare e disciplinare i miei pensieri, poiché allora stavo in preda alle distrazioni. Trovai così una grazia abbastanza grande nel meditare, al mio solito, il susseguirsi dei misteri, ma in particolare chiedendo questo per la passione sofferta da Cristo nella sua tristezza d’agonia e nella croce, quando esclamò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. 21 agosto 1542Gesù Abbandonato e Maria desolata95. La vigilia del giorno ottavo dell’Assunta mi vennero
alla memoria, nel pomeriggio, certi brani evangelici intorno alla passione di
Cristo che mi aiutarono assai a trovare devozione nell’ufficio e nelle mie
solite orazioni e meditazioni. Erano soprattutto le parole “L’anima mia è
triste… passi da questo calice”, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?”, “Donna, ecco tuo figlio”, “Padre, nelle tue mani…”. A riguardo
poi dell’Assunzione ebbi la percezione che La “via Christi”, le tappe della vita di Gesù96. Nella messa mi venne di meditare su quanto avviene prima della consacrazione, poi dalla consacrazione alla comunione, e infine ciò che si fa dopo la comunione: si tratta di tre punti. Erano legati a un abbondante movimento di spirito buono, che mi portò a questi tre momenti meditativi su Cristo: prima della incarnazione; nel tempo della sua vita sulla terra; dopo la sua ascensione. Di riflesso fui portato a dividere così l’esistenza della Madonna: primo, ciò che patì fino alla concezione di suo Figlio; secondo, fino alla morte e ascensione di lui; terzo, dopo che egli ascese al cielo fino alla sua morte. In questo modo io avevo l’indicazione per poter accogliere nuovi desideri, cioè perché mi fossero comunicate nuove grazie a meglio conoscere ed amare Gesù Cristo con la intercessione di sua Madre. Ciò mi veniva a proposito, come riflessione durante la messa, perché in questo i miei desideri dei doni appropriati ai tempi prima dell’incarnazione sarebbero da esprimere nella parte che va fino alla consacrazione; quanto ai doni corrispondenti al tempo che dall’incarnazione alla passione andrebbero invece nella parte che dalla consacrazione arriva alla comunione; infine ciò che è appropriato al tempo che congiunge la passione al giudizio, nella parte restante. La “via Mariae”, rivivere le tappe della vita di MariaGesù Abbandonato e Maria desolata98. Lo stesso giorno, nel mettermi a riflettere che la passione di Cristo e la compassione della Vergine sono come dei gradini di una scala che porta diritto all’ascensione e all’assunzione, mi venne una gran devozione ad offrire l’alto e il basso, per tutti gli alti e i bassi da me provati. E mi venne il desiderio che nostro Signore mi concedesse la grazia di mai rattristarmi o rallegrarmi se non in conformità con le gioie e le tristezze che Cristo e sua Madre insieme sperimentarono. 30 giugno 1543Applicazione dei sensi per sentire come Cristo345. L’uomo provi dunque se stesso nel confronto dei propri sentimenti interiori. Si accorgerà facilmente con gli occhi della sua anima sono offesi dalla sconcezza delle impurità e sporcizie del suo corpo e di quelle della lussuria e della gola. Se considererà pure la cattiva reputazione di cui gode, sentirà cosa significa diffondere malo odore e lo proverà anch’egli di se stesso. Se si accorgerà della propria ira, collera, invidia e superbia, si troverà subito, e lo sentirà, di essere divenuto amaro e insipido: insipido per la propria superbia, amaro nei movimenti di collera o invidia. Se infine diverrà sensibile alla propria pigrizia spirituale ed avarizia, il suo tatto spirituale sentirà come un freddo esagerato, per cui non si saprò affezionare al bene, e si accorgerà che tutto il suo calore è riversato sulle preoccupazioni temporali e sull’amore di esse, dalle quali non si sa districare. Allora sentirà anche le altre possibilità del suo tatto e cioè la troppa tenerezza con cui si trattiene nel riposo, e la troppa durezza per la quale non si lascia penetrare dalle cose divine. L’uomo dunque provi se stesso se vuole nutrirsi del pane celeste, che è cibo e insieme dell’anima e del corpo, rifacimento e glorificazione di ciascun senso. D’altra parte anche noi dobbiamo sforzarci di divenire pasto di Cristo e cibo che egli possa trasformare nel suo Corpo mistico, e in esso farci divenire uomini perfetti e membra utili per l’intero organismo. Perciò guardiamoci dalla possibilità di essere riprovati da qualcuno dei sensi di Cristo. |