Note di metodo
Programma. 2
Appunti
Impressioni 4
Note di
metodo
Il mese di esercizi spirituali si è svolto nella casa delle Missionarie del Sacro Costato a
Roma (Borgata Ottavia).
Vi hanno partecipato sedici religiose di tre congregazioni (Missionarie del Sacro
Costato, Figlie di S. Anna, Francescane Missionarie del Sacro Cuore),
provenienti da otto paesi (Albania, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Ecuador,
Filippine, Italia e Taiwan).
Il corso era proposto in modo particolare alle novizie e juniores delle Missionarie
del Sacro Costato, una congregazione di spiritualità ignaziana, che inserisce
l’esperienza del mese ignaziano in due momenti del cammino formativo:
all’inizio, in noviziato, e alla fine, in preparazione alla professione
perpetua.
Insieme con la maestra delle novizie e l’istruttrice delle
juniores abbiamo deciso di seguire il
libretto di Ignazio nel modo più completo possibile. Per due ragioni.
Innanzitutto, perché conoscere, sperimentare e
interiorizzare il testo ignaziano è un passaggio fondamentale per tutti
coloro che sono chiamati da Dio a vivere la spiritualità ignaziana.
In secondo luogo, perché le religiose, alla luce di questa
esperienza, nella misura in cui lo vorranno e secondo la grazia di Dio,
potranno dare anche ad altri gli esercizi.
Abbiamo
voluto privilegiare la «seconda
settimana»degli Esercizi, che abbiamo proposto
in tutta la sua interezza nei 15 giorni centrali del mese. Di conseguenza
abbiamo concentrato nei primi sette giorni la «prima settimana», mentre
abbiamo dedicato i sette giorni conclusivi alla «terza e quarta settimana».
Durante le tre
pause il gruppo ha visitato: il Santuario del Divino Amore; la Cappella de La Storta, nella quale
Ignazio ebbe la conferma di essere «messo con il Figlio», cioè, compagno di
Gesù; e infine le «Camerette di sant’Ignazio» che si trovano nel palazzo
adiacente la Chiesa
del Gesù, dove il santo, dopo la fondazione della Compagnia e la sua elezione
a generale, visse e concluse la sua vita.
In ciascun «giorno di esercizi» erano previsti due incontri: il primo, alle 20.30,
nel quale si presentavano gli esercizi da fare nelle cinque ore di preghiera
personale (meditazioni, contemplazioni, ecc.); il secondo, alle 15.30, per
leggere insieme gli orientamenti metodologici, i criteri di discernimento,
ecc. che Ignazio propone nel libretto degli Esercizi.
Alle 12.00, sobriamente e in modo spontaneo, celebravamo
la messa. La liturgia delle ore,
il rosario, ecc., erano vissuti personalmente, in modo tale che ciascuna
avesse la maggior libertà possibile di organizzare la giornata di preghiera
secondo la propria sensibilità ed esigenza.
Ogni giorno tutte le religiose incontravano nel colloquio personale uno degli
accompagnatori (oltre a me, la maestra delle novizie e l’istruttrice delle
juniores).
Per vivere poi il mese di esercizi spirituali come
un’esperienza educativa al rapporto con Dio non solo nell’arte della
preghiera, ma anche nella spiritualità di comunione (cf. NMI 32-33.42-43), abbiamo proposto
alcuni incontri di comunione d’anima in
gruppo (novizie, juniores, professe) e, al termine del mese, tutti insieme.
Ci è stato di grande aiuto la coincidenza dei primi giorni
di esercizi con la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
orientata alla riscoperta di Gesù che, presente dove due o tre sono riuniti
nel suo nome, fa la comunità una. Abbiamo così vissuto l’esperienza del mese
alla luce dell’unità e ci siamo impegnati a mantenere viva la presenza di
Gesù in mezzo a noi.
Appunti
1) Mi pare di aver capito di più il senso dei tre esercizi: Due vessilli, Tre tipi di uomini, Tre
maniere di umiltà. Dice p. Rendina che esse aiutano l’esercitante ad orientare
l’intelligenza, la volontà, l’affetto e amore solo verso Dio e la ricerca e
accoglienza della sua volontà.
Mi chiedevo: perché Ignazio inserisce i tre esercizi tra i
misteri di Nazaret-Tempio e il Giordano, ovvero, tra la prima parte della
seconda settimana e la seconda nella quale si fa l’elezione?
Ho trovato questa risposta: i tre esercizi vogliono in
qualche modo rappresentare sinteticamente la crescita e lo sviluppo di Gesù
dopo l’esperienza del Tempio e la presa di coscienza di doversi «occupare delle
cose del Padre suo». Tornato a Nazaret, Gesù, con l’aiuto dello Spirito
Santo, impara nella vita quotidiana ad orientare la sua intelligenza, la sua
volontà e il suo amore solo verso «le cose del Padre».
I tre esercizi tenderebbero a modellare l’anima
dell’esercitante su quella di Gesù. O meglio, a far venire fuori in lui l’«uomo nuovo», cioè, Gesù,
l’unico che può sentire la volontà del Padre.
Nei tre esercizi si può vedere anche un’impronta
trinitaria: il Padre (Due vessilli), il Figlio (Tre tipi di uomini) e lo
Spirito Santo (Tre maniere di umiltà-amore).
2) Ho notato una straordinaria convergenza tra i misteri proposti dal sesto al dodicesimo
giorno della seconda settimana e il testo sull’elezione (169-189). Ad
ogni mistero sembravano corrispondere le parole di Ignazio. Uno commentava e
spiegava l’altro.
3) Ha colpito molto il commento del n. 189, Emendare e riformare la vita, nella
linea della cultura del dare e dei sette aspetti della spiritualità
dell’unità (cf. Chiara Lubich, Una via nuova, Città Nuova, Roma 2002).
4) Hanno risuonato in maniera particolare Gesù abbandonato e Maria desolata
come chiavi di lettura della Passione. Nella contemplazione e nella vita
quotidiana alcune religiose hanno capito la dinamica della Parola che genera
Gesù in noi.
5) Ho capito in che senso va cercata la conferma dell’elezione nella terza e
quarta settimana. La conferma avviene come conseguenza della purificazione
della sensibilità e affettività che nella terza e quarta settimana viene
liberata dal disordine che nasce da una parte dalla paura della morte, del
dolore, del fallimento, ecc., di tutto ciò che è negativo; e dall’altra viene
liberata dalla paura del piacere, della gioia, ecc., di tutto ciò che è
positivo.
In questo modo l’affettività, che deve vagliare e
ponderare i motivi a favore o contrari, è più libera di sentire la volontà di
Dio, cioè, di unirsi a Lui e come “uomo nuovo” sentire ciò che Dio sente.
Fino ad ora io pensavo che la conferma dell’elezione avvenisse a livello di
motivi razionali.
6) Per tutte le religiose ha rappresentato una novità e
una scoperta importante contemplare Maria
come il «dover essere» e considerare se stesse come il «poter essere» Maria.
Hanno superato la visione devozionistica che rendeva Maria totalmente diversa
e del tutto inavvicinabile.
7) Il cammino degli Esercizi è diventato sempre di più un’esperienza di Vangelo, un tempo
di «allenamento» alla vita cristiana, esercitandoci nella preghiera, e in
tutti gli altri momenti della giornata, a contemplare Cristo «con gli occhi
di Cristo», a far vivere cioè in noi Gesù, l’uomo nuovo.
Lavorare sul libro degli Esercizi è stato un po’ difficile all’inizio, ma ora vedo il
frutto che porto con me: un tesoro che mi è divenuto familiare e che
illuminerà il mio cammino. I momenti di comunione d’anima mi hanno aiutata a
fare del mese un cammino spirituale concreto, a far crescere la dimensione
fraterna, a vedere il Signore nella persona che mi sta accanto. Gli orari mi
hanno permesso di trovare il mio ritmo, senza preoccuparmi di altre cose.
Infine, il modo nel quale mi hai accompagnato mi è stato di grande aiuto:
lasciarmi trovare le risposte insieme al Signore, spingermi ad agire contro
me stessa, guardare dove non desideravo, aiutarmi a chiamare ogni cosa per
nome e a scendere nelle radici delle situazioni, sono stati momenti di Grazia
che porterò per la vita! Grazie di cuore!
Non sentivo l’unione con Dio. Sotto la croce Maria si è
svuotata di Gesù e ha generato Gesù-Parola. Allora Maria mi ha aiutato a
svuotarmi, ad aprirmi. In modo particolare è successo in una messa durante
l’omelia e dopo la lettura del vangelo della guarigione del sordomuto:
«Effatà», Apriti. Voglio essere pane spezzato per l’altro. Voglio «essere».
Ho contemplato Cristo crocifisso: bello. Più grande della
sofferenza c’è l’amore, veramente bello. Bellezza che non si può misurare,
Gesù, l’Amore che ha dato tutto. Ho contemplato Maria nella Risurrezione:
essere Maria, vivendo la
Parola come lei ha fatto in tutte le tappe della sua vita.
Maria madre della Risurrezione. Io sono figlia della Risurrezione, figlia
dell’alba. Anch’io sono chiamata a portare la luce della Risurrezione nel
discernimento della Parola qui e ora.
Torno a casa per un’altra strada, ho cambiato rotta perché
ho incontrato Cristo! La mia vita è nata di nuovo: ho toccato con le mie
mani, ho riconosciuto e creduto all’Amore di Dio! Mi sento «divorata» da
questa Vita in me e spinta a comunicarla agli altri. La cosa più preziosa che
porterò con me è l’esperienza di Gesù-Parola. Parola che parla, non io. Il Signore
che si svuota in me ed io in Lui. È una realtà concreta che vivo adesso! Il
più bel frutto è la gioia della Vita in me che nasce non dal fare qualcosa,
ma dall’essere Qualcuno: Gesù, Maria.
Carissimo p. Paolo, conoscendola, ho detto: «C’è qui una
generazione nuova di gesuita».
Ho riscoperto il senso del mistero pasquale: il dolore
come fonte di fecondità e maternità spirituale.
Ho sperimentato la liberazione dalla mia via passata.
In questo mese di esercizi mi sono convertita: ora credo
alla vita nuova in me. Maria è più vicina. Ho contemplato Gesù risorto che
sta sempre nella comunità: allora io non posso rimanere da sola.
Inizio
|